Dai polimeri alla carta: gli scenari di mercato per gli imballaggi primari.

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LE LINEE DI CONFEZIONAMENTO “SOLO CARTA”

Circa 10 anni fa ha iniziato a diffondersi un certo interesse per le forme di imballaggio primario alternative ai polimeri plastici, mentre risalgono al 2016 le prime linee di packaging “solo carta”.

In Europa, la diffusione del confezionamento in carta procede lentamente e anche in Italia, su 70 linee di converting per il tissue, meno del 10% è dedicato al packaging cartaceo.

A sostenere il progressivo avvicinamento a soluzioni più ecologiche agisce oggi la spinta dei consumatori finali, sempre più sensibili alle tematiche ambientali.

CPS COMPANY E LE LINEE DI IMBALLAGGIO IN CARTA

Se è recente l’interesse del mercato nei confronti del confezionamento in carta e in generale verso la sostenibilità, diversa è la posizione di CPS Company, da sempre impegnata nello sviluppo di idee innovative a favore del risparmio energetico e della tutela dell’ambiente.

Ciò nonostante, sul fronte del confezionamento in carta “la vera svolta ci sarà solo se leggi nazionali o europee vieteranno l’uso di polimeri, altrimenti i produttori continueranno a preferirli – fa notare Enrico Rubbini, direttore commerciale di CPS Company – Ci sono nazioni, come per esempio la Francia, che si sono date un tempo massimo di due anni per mettere al bando l’imballo secondario in plastica se già quello primario è in plastica.”

Nel frattempo, il ricorso a imballaggi più ecologici fatica a prendere piede nel settore del tissue: le aziende che avvolgono la carta igienica con materiale cartaceo costituiscono una piccola nicchia di mercato e, seppur interessanti, non hanno ancora una profilazione chiara e definita.

Lo stesso Rubbini aggiunge che “le aziende che l’hanno adottata stanno prendendo le misure dei costi industriali e dei vantaggi in termini di marketing. Nessuna si è convertita completamente all’avvolgimento in carta”.

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