L’espansione dell’azienda prosegue con i successi degli anni Ottanta e Novanta, tra novità nel segmento dell’incartonamento e del confezionamento e nuovi progetti tutti da sviluppare.

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Siamo nel 1988 e per la Cassoli arriva il momento di lanciare un’anteprima a livello mondiale, la IN/4BA.

Si tratta di un’insaccatrice/incartonatrice, prima macchina “combi” in grado di gestire un doppio processo: il prodotto viene convogliato dalla macchina a monte su un’unica linea di alimentazione dove, in base alle necessità di distribuzione successiva, viene selezionata la macchina per insaccare o quella per incartonare, indirizzandolo il prodotto rispettivamente verso il sacco o verso la scatola.

Sempre di questo periodo è la PAC340TP, una macchina per il packaging dei tovaglioli, che opera su file singole e doppie, con svolgitura del polietilene verticale e prestazioni che raggiungono di 50 pacchi al minuto. La PAC340TP si impone sul mercato, tanto da indurre la concorrenza ad adeguarsi agli stessi elevati standard in fatto di qualità, produttività e risparmio di film.

Vedono la luce nei primi anni Novanta anche la PAC450TP per le confezioni in formato bulk e la PK61, un’astucciatrice per facial tissue che lavora a 60 confezioni al minuto.

Grazie alle proprie capacità innovative e progettuali, la Cassoli viene contattata da un importante player di Taiwan che “richiedeva l’automazione dell’intero processo di packaging, dal primario fino alla pallettizzazione, di un prodotto presente solo a Taiwan: il flat-tissue. Nulla a che fare con quanto visto fino ad allora in materia di tissue: il processo di trasformazione non era quello dei rotoli e nemmeno quello dei tovaglioli e pertanto nessuno aveva ancora tentato di affrontare il tema dell’automazione del confezionamento. Ci mettemmo 18 mesi a realizzare l’impianto, ma la soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo proposti con il cliente fu grande!” Parola di Stefano Cassoli.