l comparto italiano delle macchine automatiche per il packaging registra un traguardo storico nel 2024, superando i 10 miliardi di euro di fatturato.

Crescita a doppia cifra trainata dall’export

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Mecs, l’industria ha raggiunto 10,06 miliardi di euro, in aumento del 9% rispetto al 2023 e registrando un record storico per il settore.

Un risultato spinto in gran parte dalle esportazioni, che crescono del 10% e toccano quota 8 miliardi di euro, rafforzando la posizione dell’Italia come leader mondiale nella produzione di tecnologie per il confezionamento.

Le destinazioni principali per l’export italiano includono:

  • Unione Europea: 35,8%
  • Asia: 20,2%
  • Nord America: 16,6%

Ottime performance anche in Africa, Sud America e nei Paesi europei extra UE.

Italia: segni positivi anche sul mercato interno

Anche la domanda interna mostra segnali di vivacità: il mercato domestico segna un +5,2%, con un valore complessivo di 2,07 miliardi di euro.

I settori più attivi nella richiesta di macchinari per il packaging sono:

  • Industria alimentare: 3,12 miliardi (31%)
  • Settore beverage: 2,52 miliardi (25,1%)
  • Farmaceutico: 1,74 miliardi (+17,3%)

Particolarmente dinamico il segmento delle macchine per il packaging primario, che rappresenta oltre il 53% del fatturato totale. A guidare il comparto sono le soluzioni integrate come le form-fill-seal (FFS), con un giro d’affari da 2,24 miliardi di euro, in crescita del 10,3%.

L’Emilia-Romagna si conferma la locomotiva dell’industria del confezionamento, generando oltre il 62% del fatturato nazionale e ospitando il 34,1% delle aziende del settore. Le province di Bologna, Parma, Modena e Rimini si distinguono come poli d’eccellenza, affiancate da realtà emergenti come Treviso e Vicenza.

Futuro tra sfide globali e potenziale di crescita

Le prospettive per il 2025 restano positive, anche se condizionate da fattori di incertezza. Il 37,5% delle imprese prevede un’ulteriore crescita, mentre il 45,8% punta sulla stabilità. Restano però preoccupazioni legate a:

  • Costo dell’energia
  • Instabilità geopolitica
  • Mancanza di politiche industriali strutturate

Riccardo Cavanna, presidente di Ucima, sottolinea la necessità di mantenere una stabilità di fondo, un contesto normativo favorevole agli investimenti e alla competitività del manifatturiero italiano.