Forte di un’esperienza di lungo corso, CPS Company riepiloga i principali fattori da prendere in esame quando si valuta l’ipotesi di una transizione ecologica, dal confezionamento in plastica a quello in carta, per i prodotti tissue.

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Prima di avviare una transizione ecologica, con il passaggio dalla plastica alla carta come materiale di confezionamento per prodotti tissue (dai fazzoletti ai tovaglioli, alla carta igienica), occorre considerare alcuni fattori chiave.

CPS Company – che ha un’esperienza ultra decennale nel packaging di prodotti tissue e conosce perfettamente pro e contro di carta e plastica come materiali da imballo – riepiloga quali aspetti è importante considerare:

  • Costo del materiale da imballo

Per scegliere tra carta e plastica la variabile prezzo incide, e non poco. La carta costa circa il 2% in più rispetto ai polimeri plastici e, per un settore dove la marginalità si crea soprattutto sui grandi volumi di vendita, si tratta di una differenza tutt’altro che trascurabile.

  • Saldature e costi di manutenzione

Gestire le saldature per il packaging in carta non è semplice. L’uso di punti o di linee colla (che peraltro a logica dovrebbero essere ecologiche) è di fatto improponibile sul piano operativo, sia per la maggiore manutenzione richiesta ma anche per i necessari interventi sugli step di processo.

  • Livello di protezione

La carta non è in grado di offrire un livello di protezione paragonabile a quello della plastica: il ricorso a un secondo livello di protezione in film polimerico è sempre consigliato, sia per facilitare lo “sbancalamento” e il posizionamento a scaffale dei prodotti, sia per proteggerli da umidità, polvere e altri agenti esterni.

Commenta Enrico Rubbini, direttore commerciale di CPS Company: “Siccome l’imballo secondario in plastica è quasi sempre richiesto dalla distribuzione, di fatto non c’è incoerenza nel ricorrere all’LDPE per il secondario di pacchi in carta: una riduzione della plastica c’è comunque”.

  • Raccolta differenziata

Il consumatore finale smaltisce più agevolmente la carta, meno ingombrante e più facile da gestire; al contrario la GDO è perfettamente a proprio agio nel differenziare gli imballaggi polimerici secondari.

Da questa breve analisi emerge che sono ancora presenti significative criticità in relazione alla transizione ecologica.

La sfida dei prossimi anni sarà, per tutti gli operatori della filiera, quella di individuare soluzioni che siano economicamente e ambientalmente sostenibili.